Fare Open Science significa rendere aperto ogni passo della ricerca, in modo che i dati e i risultati siano liberamente fruibili da tutti: in questo modo possono aumentare e migliorare le collaborazioni scientifiche e la condivisione di informazioni, a beneficio della ricerca scientifica e della comunità.
L’Open Science consente di migliorare la qualità della ricerca scientifica, perché basandosi sui principi di trasparenza, riproducibilità e condivisione rende i risultati della ricerca sempre verificabili, oltre che riutilizzabili. In tal modo consente di implementare gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, poiché rende la scienza più vicina ai bisogni della società e fornisce eque opportunità di accesso a cittadini, ricercatori e decisori politici.
L'Open Science comprende pratiche quali l’apertura dei dati (Open (research) Data), dei testi degli articoli scientifici (Open Access), del materiale didattico (Open Educational Resources), l’uso di metodologie aperte durante l’intero ciclo della ricerca (Open Methodology, fra cui gli Open Notebook), la pratica di pre-registrare gli esperimenti (Pre-Registration), l’uso di software aperto (Open Source), l’adozione di pratiche aperte anche nella revisione dei pari utile a verificare la qualità dei lavori scientifici (Open Peer Review). Fa parte della Open Science anche il concetto parallelo di Citizen Science, la scienza dei cittadini, intesa sia come divulgazione sia come partecipazione attiva dei cittadini nella raccolta dei dati. (ved. https://www.oa.unito.it/new/open-science/)
Si tratta di ripensare il processo attuale della ricerca scientifica in chiave Open come è illustrato nella relazione "Open Science: what's in it for me. Report del Workshop di B.Kramer e J.Bosman, Torino 8 e 9 marzo 2018", alla quale rimandiamo per informazioni pratiche e suggerimenti per rendere open tutte le fasi di un progetto di ricerca scientifica.